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Emilia-Romagna

"...il compagno Tabanelli è pregato di venire immediatamente alla direzione della Festa..."

A nome delle compagne e dei compagni della sezione "G. Zappaterra" del Partito dei Comunisti Italiani di Imola, invio la solidarietà ai famigliari ed ai compagni del Partito della Rifondazione Comunista per la scomparsa del caro Aldo Tabanelli.

Una gara di ciclismo Uispdi Nino Villa


A nome delle compagne e dei compagni della sezione "G. Zappaterra" del Partito dei Comunisti Italiani di Imola, invio la solidarietà ai famigliari ed ai compagni del Partito della Rifondazione Comunista per la scomparsa del caro Aldo Tabanelli.

Nel novembre del 1989 ci trovammo tra i primi a cercare di contrastare lo scioglimento del PCI e successivamente a dare vita al PRC a Imola. Ricordo la soddisfazione di Aldo quando gli consegnai la chiave della bacheca alla quale poteva affiggere prima il settimanale e poi il quotidiano del partito. Altri momenti sono legati al suo infaticabile lavoro nell'organizzare ad allestire le feste del partito e le discussioni per le decisioni tecniche "al risparmio" che spesso adottava, per cui quando un frigo, uno scaldavivande, una lavastoviglie si fermava o un quadro generale saltava, ci si aggrappava al microfono per comunicare che "...il compagno Tabanelli è pregato di venire immediatamente alla direzione della Festa..." per una riparazione volante che solo lui poteva fare. O quando si discuteva lungamente su quanta colla occorresse per attaccare i manifesti, perché Aldo era piuttosto... parsimonioso.

Aldo, così indispensabile e così umile tanto che nelle feste il compito che si autoassegnava era quello di sgombratore dei tavoli, con un carrettino diviso in scomparti che lui stesso aveva attrezzato, e che veniva continuamente fermato tra le corsie dei tavoli dalle decine di persone che conosceva, per scambiare un parere politico o una battuta.

Cossuttiano della prima ora, prese una "sbandata" per Bertinotti e nel '98 restò dov'era, ma ricordo anche la sua gioia per ogni iniziativa unitaria tra i nostri partiti, che deve continuare anche in suo nome.

In una piccola città capita di avere ruoli diversi e come collaboratore delle pagine sportive del giornale o come dirigente di un Ente di promozione sportiva - nell'Uisp come Tabanelli, del resto - i miei confronti con lui hanno riguardato il suo passato sportivo e l'organizzazione di gare ciclistiche. Aldo Tabanelli è stato un ottimo ciclista dilettante con vittorie in gare di prestigio, anche all'estero. Poteva passare professionista ma tra un futuro incerto da ciclista e un posto sicuro alla Timo, dati i tempi, scelse la seconda opzione. Per "Sabato Sera" scrissi una breve storia della sua vita sportiva, pubblicando alcune foto di cui andava orgoglioso: in una lo si vedeva vincere una tappa dell'Enal-Giro (Giro d'Italia per cicloamatori) in cui batteva alcuni ex professionisti tra cui il vincitore del Tour 1947, Jean Robic. Quando ero ragazzino, lo vidi con la maglia di campione italiano veterani e quando glielo ricordavo, partiva una serie di amarcord con ordini d'arrivo e avversari sconfitti.

Nella rubrica in cui si raccontava dei cicloamatori e cicloturisti imolesi, parlai delle sue disavventure in modo scherzoso: di quando ebbe un incidente in bici per colpa di una buca scavata dalla Sip, proprio a lui che all'azienda dei telefoni aveva lavorato una vita, o di quando fu morso da un cane, scrivendo che "[...] Tabanelli sta bene ma al cane hanno fatto la lavanda gastrica". Aldo apprezzò l'ironia e ridendo mi diceva che lo fermavano per strada per avere notizie del cane!

Era caparbio per non dire testardo ed era quasi impossibile fargli cambiare idea, ma spesso aveva ragione lui. Nel segnare un percorso per una gara di ciclocross, ricordo una discussione infinita sul punto dove piantare un paletto per poi fissarvi il nastro colorato; si trattava di pochi centimetri di differenza ma, siccome avevo io la mazza, lo piantai nel punto che avevo scelto. Il giorno dopo, durante la gara, mi accorsi che il paletto era spostato dove voleva Aldo e la questione si risolse con una bevuta, ma non pagata da lui.

Fu particolarmente contento quando, nell'88, la Lega Ciclismo Uisp spostò l'età massima per gareggiare nei cicloamatori a 65 anni: lui che era del 1925 aveva dovuto smettere anni prima ma colse subito l'occasione per rimettersi in sella e nei cassetti dell'Uisp di Imola ci deve essere una foto che lo ritrae, bici in spalla e sorridente, durante il ciclocross che si svolgeva sul lungofiume.

In questo momento non voglio aggiungere parole di tristezza: Aldo Tabanelli è stato un comunista coerente, un lavoratore instancabile, un compagno prezioso e voglio ricordarlo sorridente e allegro come quando lo stand gastronomico della festa di partito si riempiva di gente. Ciao Aldo.

Vai all'intervista a Paola Lanzon

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